L’agricoltura fu
la principale occupazione dei nostri avi fino all’evento dell’era industriale
dell’Ottocento. L'attività era incentrata principalmente sull’autoconsumo,
infatti tutte le persone erano in possesso di qualche appezzamento dove coltivare
i cereali, la patata, il mais, e la frutta.
Qui sotto si possono cosultare alcuni documenti presenti nell'archivio preunitario del Comune di Dermulo. I terreni venivano concimati con vari prodotti naturali quali il letame, la cenere, le ossa e altri tipi di scarti che però non riuscivano a reintegrare gli elemtni tolti dalle varie colture. La situazione migliorò un po' con la comparsa, dopo il 1880, dei primi concimi chimici potassici. Anche la pratica dell'irrigazione contribuì molto a migliorare la situazione. E' sul finire del Setecento, ma specialmente nel secolo successivo che si incominciano a costruire con opere arditi i primi acquedotti per scopo irriguo. BREVI NOTIZIE AGRICOLE
Nel 1848 è vietata la coltivazione del tabacco. Nel 1858 è permesso pascolare le capre da metà marzo a ottobre. Pastore era Giovanni di Mattia Endrizzi a cui erano state affidate n. 10 capre Nel 1821 Giacomo Antonio Inama sperimenta la semina del trifoglio di Barbante. Nel 1860 sono eletti deputati forestali, per la definizione dei confini fra Coredo, Dermulo, Taio e Tres, Giovanni fu Giovanni Inama e Mattia Endrizzi. Nel 1862 Giovanni fu Giovanni Inama, viene redarguito perché non rispetta il regolamento sulla Zopina (Afta Epizootica). Nel 1868 i Comuni di Dermulo e Sanzeno stipulano una convenzione per il pascolo alle Plazze e Giurlaia. In sintesi, si decide che ogni comune pascoli il bestiame sul proprio territorio, eliminando così delle vecchie servitù. Nel 1868 si stabilisce di vendemmiare in due giorni e cioè il 30 settembre ed l'1 ottobre. Chi avesse iniziato prima sarebbe stato multato. Nel 1873 il comune concede di pascolare le pecore ai suoi censiti, sia a Cavauden che a Cologna, sul territorio di Coredo. Così pure nel 1883 sul Piaz di Cologna e Cavauden per 7 Fiorini e 50 Soldi. Si stima che per la brina del 1873 si fossero avuti circa 6000 Fiorini di danni, per la mancanza quasi totale di uve e bozzoli. Nel 1875 il comune di Dermulo incassa da Sanzeno 120 Fiorini, per il diritto di servitù del pascolo alle Plazze. Nel 1883 a Dermulo scoppia la Zoppina (Afta Epizootica) che infetta sei stalle. Si ammalarono 7 vacche su 49. Nel 1891 ci fu una grande moria di viti causa il gelo. Il 12 giugno 1892 ci fu una violenta grandinata che arrecò ingenti danni alle colture. Nel 1900 erano già molti anni che il comune di Dermulo partecipava al mantenimento del toro assieme al comune di Taio. Nel 1901 Giuseppe Mendini non ha rispettato il contratto che prevedeva la fornitura di tutte le gallette da lui prodotte, alla ditta di filatura e tessitura Viesi di Cles. Nel 1902 chi elimina le zorle, viene compensato con 4 Soldi ogni chilogrammo distrutto. Nel 1908 a Dermulo si sono prodotti 1000 quintali di uva. Nel 1912 si produssero 713 quintali di uva: 3/4 nera 1/4 bianca. Nel 1913 si decide che il pascolo sul territorio di Coredo, sia pagato dai proprietari degli animali pascolati e non più dal Comune. Stesso discorso per le riparazioni del carro che porta il latte al caseificio di Taio. Nel 1916 il Comune rifiuta che i prigionieri di guerra aiutino la gente nei campi. Nel 1922 a Dermulo esistevano 10 carri a 4 ruote. Nel 1923 erano presenti in paese, un veicolo a 4 ruote trainato da cavalli e 11 trainati da buoi. Il 28 luglio 1924 e il 2 settembre 1924 ci furono due violente grandinate. Nel 1927 esistevano i seguenti apicoltori: Alessandro Emer n. 1 alveare Vittorio Inama n. 2 alveari Enrico Eccher n. 2 alveari All’epoca per estrarre il miele erano usati due metodi: l’apicidio e l’alzata. Il primo consisteva nell’ammazzare lo sciame, il secondo nel decimare i favi.
IL CASEIFICIO. I primi caseifici incominciarono
a comparire in Trentino verso il 1875, prima esistevano le cascine sui
monti, dove nelle zone ricche di pascoli, si faceva formaggio. |
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