LA FOJAROLA
La foiarola è il nome dialettale dello scòtano o sommaco (Cotinus coggygria o Rhus cotinus), pianta arbustiva resinosa della famiglia delle Anarcadiacee, alta al massimo due metri. Le sue piccole foglie tonde in basso ed ovali in alto, dal lungo picciolo e dal profumo intenso, assumono in autunno vivacissimi colori giallo, arancione e rosso. In estate sulla parte terminale di alcuni rami crescono infiorescenze piumate con piccoli fiori giallo-verdi a grappolo, da cui il suggestivo nome “albero della nebbia”. I frutti sono delle piccole drupe cuoriformi che da verdi diventano marroni e la sua corteccia è di color bruno-rossastro. La foiarola è una pianta perenne che cresce spontanea sulle rocce e nei boschi magri propagandosi a macchia. Agostino Perini, nei suoi scritti afferma che “non viene attaccato da qual sia sorta d’insetti, ed è fuggito dagli animali sino nei pascoli più grami”.
La pianta della fojarola o scotano (Wikipedia)
La sua peculiarità derivava dal fatto che le piante e le
foglie in genere erano ricche di tannino e trementina, e ciò la rendeva preziosa
in passato, per l’impiego nella concia delle pelli e nella tintura. [La foglia
poteva essere usata tal quale oppure nel seguente modo: si poneva uno strato di
corteccia di abete o di larice, quindi uno strato di foglie, la pelle da
conciare, un altro strato di foglie ed uno di corteccia.]
Ai primi di luglio, con la piena maturità delle foglie, le
piante venivano tagliate alla radice utilizzando un potaiolo ben affilato e
tagliente per non danneggiare la pianta. Dal ceppo crescevano rigogliosi polloni
e dopo tre anni la pianta era di nuovo pronta per il taglio. Rami e foglie
venivano messe a seccare preferibilmente all’ombra e ammassate solo a completa
essiccazione per non perdere le proprietà che le caratterizzavano, per poi venir
polverizzate a tempo debito. La polverizzazione si faceva in un’aia ben
lastricata di pietre e qui si trebbiava col coreggio ordinario come si
farebbe col grano. Poi si
passava per un fitto crivello di legno (sdraz) sostenuto da una corda. I rametti rimasti venivano messi da parte, di nuovo ben seccati al sole, e
tagliuzzati con un ferro venivano anch’essi ridotti in polvere tramite un
mulino. Con questo processo - affermava il Perini - si otteneva lo scotano di
due tipi cioè quello derivato dalla prima triturazione, (principalmente di
foglie), e quello della seconda che derivava dal legno. |
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Trascrizione dell’atto d’asta relativo al 1876 |
Atto Eseguito sulla piazza di Dermullo li 23 luglio1876
Dietro autorizzazione della rappresentanza
Comunale il Capocomune passa all’incanto della fojarola esistente nei
boschi Comunali di questo comune alle seguenti condizioni: Quindi dopo essere stato avvertito il pubblico a mezzo del cursore Comunale e giunta l’ora fissata dopo d’aver dato il segno colla campana si passa dal banditore Vigilio Tamè a proclamare il prezzo di prima grida di ogni singola porzione con permesso di tagliar solo la fogliarola e non altre ramaglie.
1. Porzione giù dai
Prati per la stima di fio i 2:50 firma Giacomo di Lorenzo Brida
2. Porzione
Somagro stimata fio i 1:10 firma Eugenio Inama
3. Porzione alle
Sorti stimata fio i 1:50
firma
Giacomo Endrizzi
4. Porzione alle
Latte fino al
Ri del Brusadiz fio i
4:80
firma
Giovanni Tamè
5. Porzione al
Brusadiz e Fossadi stimata
fio i 1:80
firma
Giacomo Endrizzi
firma Lorenzo Inama testimone firma Giacomo Inama testimone firma Vigilio Tamè banditore firma Eccher Andrea capocomune |
[1]Molte notizie sulla fojarola sono state riprese dal seguente sito internet: https://www.ecomuseovalledeilaghi.it/it/valle-dei-laghi/ricerca/opifici-storici/i-mulini-del-Borgo/la-lavorazione-dello-scotano-detto-foiarola. N.B. La pagina attualmente non risulta più raggiungibile. |
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