LA SCUOLA

 

 

IL TRASFERIMENTO A TAIO

IL RITORNO A DERMULO

INVENTARIO DEL 1923/24

ELENCO DEGLI INSEGNATI

NUMERO ALUNNI



Nel XVIII secolo a Dermulo, come negli altri paesi trentini, l’istruzione dei ragazzi era affidata al primissario. Nell’atto di fondazione della Primissaria del 1778 infatti, fra gli obblighi del primissario al punto 7) si legge: “Avrà l’obligo in oltre d’insegnare a leggere scrivere e far conti alli fanciulli della Villa di Dermulo, pagando cadauno ogni mese per il leggere troni un e mezzo, per il leggere e scrivere troni due, e per lo scrivere, leggere e far conti, troni due e mezzo oltre il legno da fuoco.”
Non tutti i sacerdoti però si erano dimostrati all’altezza, in particolare molte critiche e lamentele si erano levate contro don Nicolò Corradini che fu
primissario a Dermulo dal 1795 al 1813. Il sacerdote era considerato incapace di insegnare e poco ligio al suo dovere, pure dal parroco di Taio Monauni che lo aveva richiamato inutilmente diverse volte. Durante la sua presenza a Dermulo, la scuola era andata allo sbaraglio e, a detta del parroco, nel 1810 erano molti i ragazzi tra i 20 e i 25 anni che non sapevano leggere e scrivere. Solo alcuni genitori più sensibili, avevano ovviato a tale mancanza mandando i loro figli alla scuola di Taio. Dalla lettera che il parroco scrisse al vescovo apprendiamo anche che “....la scuola nel 1809 fu tenuta da Domenico Inama che aveva studiato le prime scuole, ma siccome morì nell’inverno fu tenuta da don Domenico Barbacovi di Taio che aveva 14 scolari”.[1]
Don Corradini in una sua lettera del 26 settembre 1810 al parroco Monauni, riconobbe i suoi limiti e li imputò alla mancanza di metodo, promise però per il futuro, di adottare la tecnica di insegnamento che gli aveva consigliato il curato di Tres Giovanni Battista Magnani.
[2] Non conosciamo in che cosa consistesse il "metodo Magnani" e nemmeno se la promessa fosse andata a buon fine. Don Nicolò, comunque, passò a miglior vita tre anni dopo.
Per quanto riguarda il luogo di insegnamento, nel Settecento non ci sono arrivate notizie circa l'esistenza di un luogo dedicato. Invece, dopo l'erezione della primissaria con conseguente assegnazione di un'abitazione per il parroco
, veniva utilizzato un locale della casa primissariale.
Il successore di don Corradini fu don Domenico Barbacovi di Taio che dopo il 1813, ma a quanto sembra sporadicamente gìà nel 1809, impartiva lezioni ai fanciulli di Dermulo. La sua attività di maestro è documentata fino al mese di ottobre del 1821. Dopo tale data, Dermulo rimase senza una guida religiosa, e per quanto riguarda la scuola, fu supplito dall’eremita Faroni, come si legge dalla postilla delle autorità di Cles qui riportato:[3]

Scuole

Avendo la comune nell’ Eremita sollevato Faroni un maestro gratuito e nella casa della vacante primissaria il necessario locale di scuola a scanso di contribuzione scolastica pei libri e mobili si espongono f. 6:30 eliminati nella rubrica spese diverse ove sotto erroneo titolo erano esposti di conformità all’approvato piano scolastico.

Dall’Imp. R. Giudiz. Dist. di Cles lì 3 gen.o 1822

Zanetti

 


Scolaresca di Dermulo con la maestra, il parroco e il decano sul finire degli anni '20 del Novecento

Dopo il 1822 la popolazione di Dermulo, fece richiesta alla curia di Trento per avere in paese un primissario e maestro, ma per mancanza di un adeguato fondo per il suo sostentamento, la supplica non fu accolta. Si ebbe però, un occhio di riguardo per il problema dell’istruzione e fu permesso l’utilizzo dell’apposito fondo scolastico, affinchè[4] la scuola di Taio accettasse, almeno provvisoriamente, gli scolari di Dermulo. Era insegnante a Taio in quel periodo il maestro Antonio Chilovi.
Nel 1834 appare per la prima volta un luogo diverso dalla casa primissariale dove veniva impartito l’insegnamento. Infatti il comune aveva individuato un locale della casa n. 6, proprietà di Maria Endrizzi, alla quale venivano corrisposti 3 Fiorini con l'obbligo anche di accendere il fornello. In quegli anni, nella stagione fredda, il comune comperava la legna a fasci fuori paese (Nel 1836 da Bartolomeo Rizzardi di Coredo, nel 1839 da Pietro Gottardi di Vervò e nel 1840 da Battista Endrighi di Don). Nella casa di Maria Endrizzi la scuola rimase almeno fino al 1841 perchè infatti, è di quell'anno la notizia del suo trasferimento in un locale messo a disposizione da Romedio Mendini nella casa n.20-21. Quando la scuola era ancora in casa Endrizzi il comune aveva speso 1 Fiorino e 46 Carantani per una tabella ed altri materiali e 14 Fiorini e 35 Carantani per la costruizione di cinque banchi ed un tavolino, commissionati al falegname Battista Cescati di Taio. Nel 1841 il decano di Taio consegnava agli alunni più meritevoli diversi premi. Dal relativo prospetto apprendiamo che la scuola era divisa in tre classi e che l'acquisto dei premi gravava sulle casse comunali.
Intanto il comune nel 1841, anche dietro l'insistenza delle autorità superiori, aveva finalmente deciso di affrontare seriamente il problema scuola, incaricando il geometra Stefano Altadonna, di predisporre un progetto per adattare la canonica ad uso scolastico. La descrizione dei lavori da eseguire per ricavare l'aula scolastica sono descritti al punto 6) del capitolato d'asta che qui riporto:
Nel locale N ad uso della scuola sarà eseguito:
a) uscio di ingresso segnato (30) con telaio di larice, battente d'abete ad una sol partita, due cardini, due bandelle e seratura a chiave con salicescendi.
b) le due finestre segnate (31) come quella al n. 5 lettera c).
c) Il fornello (32) è tutto logoro e inservibile e perciò dovrà essere demolito e invece posto in opera quello (33) di terra ben cotta inverniciata della fabbrica di Sfuz con base e piedini di larice con pavimento a quadrelli e solidamente legato con filo di ferro.
d) sarà rinnovato il pavimento con assi di abete di buona qualità e bene stagionate e col ricavato delle assi dell'attuale pavimento sarà regolarmente ridotta la fodera d'assi delle pareti tutte.


Disegno del primo piano della casa n.16

 

Si passò quindi all’asta per i lavori che furono assegnati a Cristiano Berti e Giovanni Battista Cescati. Tali lavori non dovettero essere molto impegnativi, perchè si trattava di ricavare un locale e di addattarlo ad aula scolastica, tanto che già nel 1842 i fanciulli di Dermulo potettero frequentarvi la scuola. Il muratore Vittore Tamè invece, riparò la cucina che si era ritenuta pericolosa per gli incendi. A proposito di incendi, nel 1843 venne stipulata per la prima volta la polizza di assicurazione che oltre alla chiesa ed al campanile, copriva anche l’edificio della canonica. Sempre nel 1843 il comune comperava una spugna ed un gesso e commissionava al falegname Giovanni Battista Cescati, una tabella ed un banco per l'importo di 7 Fiorini e 48 Carantani. 
Per quanto riguarda gli insegnati, una menzione particolare merita don Giacomo Mendini di Taio, ma con origini dermulane, che ha rappresentato il periodo di transizione fra la scuola che si potrebbe definire empirica e quella più strutturata. Ciò considerando, fu il maestro più longevo della scuola di Dermulo, coprendo uno spazio temporale di trent'anni, dal 1822 al 1855. Dopo il Mendini, ricoprì brevemente l'incarico Maria Endrizzi, menzionata come "maestra" nell'elenco dei morti di colera del 1855. Successivamente nei documenti non appaiono altri insegnanti fino al 1865, dove il ruolo di maestra risultava coperto da tale Francesca Dalpiaz di Terres.
Nel 1866 a Dermulo risultavano residenti 32 famiglie con circa 40 alunni che frequentavano la scuola. Il salario dell’insegnante era di 33 Fiorini e 60 Soldi. In quell’anno ci fu un importante adeguamento della paga dei maestri, per il quale l’importo era passato a 70 Fiorini annui. La spesa per l’insegnante doveva essere coperta dal comune, ma essendo questo molto povero e non in grado di far fronte alla spesa autonomamente, si fece richiesta affinchè il Fondo Provinciale concedesse un contributo.

Nell’anno scolastico 1871/72 ricopriva l'incarico di maestra Orsola Negri di Tres. Con foglio n. 2240 datato 1 aprile 1872 l’ I.R. Capitanato Distrettuale di Cles, richiese informazioni inerenti la scuola. Dalla risposta a questo documento, apprendiamo che i fanciulli obbligati a frequentarla erano 26 (17 fra i 6 e 12 anni e 9 dai 12 ai 14 anni), frequentanti 24; le fanciulle obbligate 21 (14 fra i 6 e 12 anni e 7 dai 12 ai 14 anni), frequentanti 20 per un totale di 47 obbligati e 44 frequentanti. La scuola possedeva una tabella da conteggiare, otto banchi, una tavola e un armadio. L’insegnamento veniva impartito due volte al giorno per sei mesi. Si dice poi che “Stancher Sisto figlio di Francesco e Caterina di Tavon d’anni 12 ha frequentato la scuola di Dermullo tutti gli anni della scuola.......Endrizzi Desiderato di Giacomo restò assente dalla scuola durante i sei mesi per malatia [,] d’anni 11. Inama Desiderato di Giacomo restò assente dalla scuola durante l’inverno per povertà dovendo andare in servizio [,] d’anni 13. Tame Teresa di giamaria d’anni 9 restò assente dalla scuola trovandosi fuori di Patria con una sua zia a Cagnò.........Emer Irene di Giovanni danni 13 Inama Maria di Pietro d’anni 13 queste due frequentarono la scuola il dopo pranzo circa tre mesi”. La maestra aggiunge poi: “per l’anno venturo metto in libertà questo comune di Dermullo per il solo motivo della scuola promiscua. Negri Orsola di Tres d’anni 23, condizione contadina 2 anni fa ricevetti l’attestato di assistente dal signor Giuseppe Sicher di Corredo, anni di servizio 2 due salario l’importo complessivo fini 54:50 Aust.” Il comune poi asserisce: “Da parte del Comune si partecipa che dai scolari tassa scolastica non venne pagata nessuna e l’annuo salario della maestra venne pagato alla Cassa Comunale mediante sovraimposta sulla steura fondiaria Il proprietario della camera della scuola è il Comune e si ritrova in buon stato il quale venne riscaldato dalla docente e la legna venne soministrata dal Comune. Sentito la Maestra che non ha intenzione di venire a tener la scuola anche un altro anno perche e scuola promiscua, al Comune rincresce perchè essa durante l’anno scolastico teste terminato si diportò molto bene e quindi non potendola obbligare si raccomanda a codesta autorita a prendere disposizioni nel provedere anche in avvenire d’una buona maestra per questa scuola”.
La lettera datata 2 Maggio 1872 è firmata dal Capocomune Eccher Andrea, dalla maestra Orsola Negri e dall’ Ispettore Locale Emer Giovanni.

Nel 1875, visto l'incremento degli alunni, si decise di convocare un geometra, che accertasse il da farsi per la costruzione di un nuovo locale scolastico o l’ampliamento di quello già esistente.
Fra il 1874 ed il 1890, anche se non in modo continuativo, diedero il loro contributo all'insegnamento anche due dermulani: Germano Inama figlio di Pietro e Anna Inama figlia di Lorenzo. Nel 1881 Romedio Emer era stato nominato ispettore scolastico locale, mentre al decano di Cles pro tempore era invece attribuito il compito di ispettore scolastico distrettuale.

 
 

 IL TENTATIVO DI TRASFERIMENTO A TAIO

 

Nel 1893 entrava in applicazione una nuova legge scolastica per la quale Dermulo, non raggiungendo il numero di 40 scolari, si vedeva costretto a chiudere la scuola in paese e mandare i ragazzi a Taio. Questa decisione non piacque ai dermulani e molti dei quali si rifiutarono di mandare i figli a scuola, soggiacendo per questo al pagamento di varie multe. Anche al comune non era gradita questa situazione, tanto che, per protesta si rifiutò di pagare la tassa scolastica al Comune di Taio. Dal 1893 fino al 1895, Dermulo non pagò mai la tassa dovuta per gli insegnanti, alla neoformata Comunità Scolastica di Taio-Dermullo, per cui da Taio pervenivano continue sollecitazioni al pagamento. Nel 1895 la situazione stava precipitando e il comune di Dermulo asserì che avrebbe pagato la tassa, solo in cambio della concessione di una scuola autonoma. Manco a dirlo la proposta non venne accettata, anzi, venne rincarata la dose, e oltre alla tassa si avrebbe voluto far pagare una multa di 20 Fiorini, per ciascun anno di mancato pagamento.
Il Capocomune però, al quale erano dirette le continue pressioni, oramai quasi trasformate in minacce, assieme alla rappresentanza rimase fermo sui primi propositi.
Agli inizi del 1896 non si era ancora risolto nulla e la multa di 60 Fiorini incominciava a spaventare. Finalmente il 20 novembre 1896 fu trovato un accordo. Fra i comuni di Taio e Dermulo si fece una convenzione, per la quale veniva concessa la scuola autonoma a Dermulo, pur non essendo per legge necessaria. Il comune di Dermulo si impegnava a pagare gli arretrati dovuti alla comunità scolastica Taio-Dermullo, per gli anni scolastici 1893/94, 1894/95, 1895/96, e a sobbarcarsi tutta la spesa derivante dall’istituzione della scuola indipendente. Dermulo inoltre, non avrebbe potuto usufruire dei contributi del fondo provinciale e nemmeno di eventuali lasciti o elargizioni previste per le scuole legalmente riconosciute. Infine, avrebbe pagato annualmente 90 Fiorini al comune di Taio per il mancato contributo, alle spese della comunità scolastica.
Dermulo aveva vinto la sua battaglia, ma il prezzo da pagare fu molto elevato.

 
 

LA SCUOLA TORNA A DERMULO

 

Già durante il 1897 però, dopo aver deliberato di pagare gli arretrati per gli anni dal 1893 al 1896, ci si rendeva conto che aver ottenuto la scuola autonoma, con le condizioni della convenzione del 20.11.1896, non era stata una cosa economicamente sostenibile dal povero comune di Dermulo. Per tale motivo si inoltrava ricorso all’Eccelso I.R. Ministero, chiedendo di rivedere la decisione dell’ I.R. Consiglio Scolastico Provinciale, con la quale veniva istituita la comunità scolastica di Taio-Dermullo.
Nel documento datato 18 maggio 1897 sono elencate le varie argomentazioni per le quali si avrebbe dovuto concedere a Dermulo una “scuola suppletoria” e la conseguente separazione dalla comunità scolastica di Taio. Tra le diverse motivazioni, si affermava che “la distanza soverchia 2 chilometri, una via percorsa da ruotabili d’ogni sorta e piena di pericoli pei bambini che han da percorrerla da soli 4 volte al giorno[,] la cura per la salute dei ragazzi esposti al freddo, alla neve, all’umido d’inverno, ai temporali e al lorrido sole d’estate, la cura per la moralità messa in grave pericolo dalla promiscuità dei sessi in via solitaria nell’età dove la pubertà si desta e ogni giudizio manca....”. E ancora: “Dermullo è un picolo paesello di sollo 168 abitanti e poverissimo: questi sacrifici sono addiritura superiori alle sue forze; per sostenerli dovrebbe elevare le sue imposte al 600% cifra enorme che basterebbe a ridure in poco tempo in rovina il povero paese”.
Guardando agli anni successivi, si può affermare che la battaglia per trattenere la scuola a Dermulo fu giusta. Oltretutto qualche anno dopo, il numero degli alunni frequentanti la scuola aveva raggiunto le 80 unità e di conseguenza si dovette creare una seconda classe.
E’ degli inizi del 1897 un’altra lettera che il comune indirizzava al vescovo, con la quale si rendeva noto che per un "puntiglio" del decano di Taio, Francesco Valentini, gli scolari di Dermulo rimanevano privi dell’insegnamento della dottrina cristiana.  Nella lettera si dice che: “Tanto il Sig. Decano quanto il Sig. Capelano essi viene a Dermulo pei suoi affari tutte le settimane passando sotto le finestre della nostra scuola, ma mai si degnarono di fare visita ai nostri poveri scolari, questa è una cosa molto sinistra a vederla dai sacerdoti di Taio”. Il Capocomune Germano Emer, scriveva che il decano non si era attivato per insegnare il catechismo, solo perchè non gli era stato esplicitamente richiesto. Della risposta non sono a conoscenza, ma probabilmente si sarà poi trovato un accordo.
Nel 1899 si deliberava la costruzione di un locale per la scuola popolare nella casa comunale n. 21 nonostante che il decano di Taio, quale presidente del consiglio scolastico locale di Taio e Dermullo, avesse espresso parere non favorevole alla separazione delle due scuole. La sua decisione fu mossa solamente da motivi economici. Senza tanti giri di parole, il decano esponeva in una lettera che pur riconoscendo validi i motivi per i quali Dermulo aspirava ad una scuola autonoma, non si poteva fare a meno del contributo finanziario di Dermulo per il mantenimento della scuola associata. con il fatto che  nal 23 settembre 1900 non era ancora stato concesso lo svincolamento dalla scuola di Taio, perchè a quella data era stata inoltrata un’altra supplica dal comune per ottenere la tanto agognata autonomia.
Nel 1900 si iniziarono i lavori per la costruzione di un’aula scolastica nella casa n. 21, ma furono sospesi perché ci fu l’esigenza più urgente di rifare il tetto della casa n. 16. Nel 1901 si decideva di preparare un'aula scolastica ed un quartiere per la maestra, prendendo in prestito dal fondo della chiesa 650 Corone. In quell'anno la commissione scolastica locale era presieduta dal Capocomune Germano Emer e da Geremia Inama con Demetrio Inama incaricato sorvegliante, mentre a Ernesto Inama era stato affidato il compito di accendere il fornello e di pulire la scuola per il compenso di 6 Corone.
Nel 1907 la scuola era frequentata da 50 alunni e svolgeva il compito di sorvegliante scolastico il primissario don Costante Brigadoi.
Nel dopoguerra il numero di alunni era molto cresciuto e le autorità scolastiche invitarono il comune ad allestire una seconda classe. La cosa non fu molto gradita dal comune che si vedeva costretto ad affrontare nuove spese in un momento tanto delicato, per cui si provò una timidamente a sostenere che il numero dei scolari si sarebbe ridotto da lì a pochi anni. L'osservazione non fu accolta e nel 1919 si creava una nuova classe utilizzanddo la camera al secondo piano verso mezzodì, della casa n. 21. In quell'anno gli alunni frequentanti era circa 80.

 

Qui sotto si possono cosultare alcuni documenti presenti nell'archivio preunitario del Comune di Dermulo.

 

 

INVENTARIO[5] DELLA SCUOLA POPOLARE DI DUE CLASSI PUBBLICHE IN DERMULO ALLA FINE DELL’ANNO 1923/24

 

ARREDI SCOLASTICI

Banchi scolastici

34

Armadi

3

Tavolo con pradella

1

Tavolo

1

Sedie

4

Tendine per finestre

5

Crocifissi

2

Quadri di S. Maestà

2

Regolamento scolastico con cornice

1

Regolamento scolastico senza cornice

3

Calamai divetro per scolari

41

Portalavamani con catini e brocche

2

Asciugatoi

2

Piattini per il sapone

2

Il tricolore grande in tela

1

Il tricolore piccolo in carta

 

MEZZI D’ISTRUZIONE E COLLEZIONI

Quadri biblici

40

Storia Naturale (tavole)

23

Lezioni per aspetto (quadri)

18

Quadri storici

33

Carte geografiche nuove

2

Carte geografiche vecchie

2

Mappamondo

1

Fisica - 1 barometro, 2 termometri, una bussola,1 pendolino elettrico, 2 spranghe elettriche, 1 pompa aspirante premente e 1 calamita

9

Aritmetica - 4 tabelle, 1 pallottoliere, 1 cubo, delle forme geometriche, la sfera, il cono, il cilindro, il prisma. La bilancia coi relativi pesi

4

 

12

Cassetta Pillick

1

Compasso

1

Righe

2

Carte geografiche formato libro

5

Osservare e ragionare/Cera(?)/ I° II° III° fasc.

3

Biblioteca dei maestri

6

Biblioteca degli scolari

11

Speranze d’Italia per la III^ Classe

3

Aritmetiche I^e III^ parte

2

Catechismo vecchio usato

1

Catechismi nuovi

4

Storia Sacra

1

Lettura Scuola Redenta parte I^

5

Sillabari

1

Storia del Risorgimento

3

Scintille

2

Letture impariamo presto e bene III^ parte

2

La ritirata spaventosa

1

Le porte di casa

1

Aritmetica, Geometria e computisteria

1

Altri 27 opuscoletti

27

Timbro scolastico e accessori

 

 


 

 

 ELENCO DEGLI INSEGNATI CHE OPERARONO A DERMULO

 

 

PERIODO

NOME

1778-1783

Don Giuseppe Manincor di Casez

1788-1792?

Don Pietro Visintin di Amblar

1792-1793

Don Antonio Stringari

1793-1795

Don Francesco Lucchini di Revò

1795-1813

Don Nicolò Corradini di Livo

1809

Domenico Inama

1809-1810

Don Domenico Barbacovi di Taio

1818-1821

Don Domenico Barbacovi di Taio

1822

Eremita Pietro Faroni

1833-1855

Don Giacomo Mendini di Taio

1855

Maria Endrizzi di Dermulo

1865

Francesca Dalpiaz di Terres

1869/70

Teodora Jachellini di Rabbi.

1870/71

Angela Zanon di Cles

1871/72

Orsola Negri di Tres

1872/73

Adelaide N. di Cles

1874/75

Germano Inama f. di Pietro

1876/77

Germano Inama f. di Pietro

1877/78

Germano Inama f. di Pietro

1878/79

Germano Inama f. di Pietro

1880/81

Anna Inama f. di Lorenzo

1881/82

Anna Fuganti di Taio

1882/83

Leopoldina Graiff di Romeno

1883/84

Elena Stringari di Nanno

1884 e 85?

Regina Manini di Terzolas

1885

Germano Inama f. di Pietro

1887

Angelica Bergamo di Nanno

1890

Anna Inama f. di Lorenzo

1897/98

Cecilia Benvenuti di Pejo

1905

Maria Vender

1908/09

Maria Deconcini

1911

Teodora Niederjaufer di Brez

1912

Serafino Demicheli di Tassullo

1919

Adele Micheli

1921

Marina Endrici di Don

1922

Andrea Mattarei di Rabbi

1923/24

Martino Zanini

1927

Marina Endrici di Don

 

 

 

 NUMERO DI ALUNNI NELLA SCUOLA DI DERMULO[6]

 

 

 

A. SCOLASTICO

NUMERO

1902-1903

36

1903-1904

35

1904-1905

42

1905-1906

44

1906-1907

40

1907-1908

54

1908-1909

53

1909-1910

58

1910-1911

56

1911-1912

64

1912-1913

71

1913-1914

72

1914-1915

78

1915-1916

88

1916-1917

76

1917-1918

79

1918-1919

81

1919-1920

73

1920-1921

66

1921-1922

57

1922-1923

51

1923-1924

41

1924-1925

40

1925-1926

36

 

 

 

 

 

 

IL TRASFERIMENTO A TAIO

IL RITORNO A DERMULO

INVENTARIO DEL 1923/24

ELENCO DEGLI INSEGNATI

NUMERO ALUNNI

 

         

NOTE

[1] A.D.T. Libro B (144) a. 1810.

[2] A.D.T. Libro B (144) a. 1810

[3] Allegato al Conto Consuntivo comunale del 1822.

[4] A.P.T. Busta n. 5.

[5] L’inventario qui trascritto, è opera del maestro Martino Zanini.

[6] Dati desunti dalla matricola scolastica della scuola popolare di Dermulo.