I SOPRANNOMI
Gli abitanti dei vari paesi nonesi, hanno da tempi antichi il loro soprannome. Ad esempio, quelli di Taio sono detti Forbesete, quelli di Coredo Gnoci, quelli di Sanzeno Brusamartiri. I dermulani sono detti Zorle, nome dialettale dei maggiolini, e questo perché la festa dei patroni SS. Filippo e Giacomo, ricorreva il 3 maggio. Nel mese di maggio, negli anni passati si assisteva a delle vere e proprie invasioni di Zorle. L’adulto di questo coleottero, arrecava danni ingenti alle coltivazioni, tanto che si provvedeva alla sua eliminazione con vere proprie campagne di raccolta obbligatorie e incentivate dal comune. Le zorle raccolte in sacchi venivano poi bruciate. Nel 1902 ad esempio, venivano corrisposti 4 Soldi per ogni chilogrammo di zorle distrutte.
Più particolarmente, ogni famiglia ha o aveva un proprio soprannome con il quale era contraddistinta in paese. Il soprannome, nato per la necessità di una ulteriore distinzione delle persone,[1] si è formato con le stesse modalità del cognome, prendendo origine da una caratteristica fisica, dalla professione, dalla provenienza, o dal nome di un antenato. Il soprannome non era e non è da ritenersi offensivo, tanto che veniva usato anche ufficialmente nella stesura di atti, documenti, negli scritti comunali,[2] nei registri parrocchiali, ecc.
Sul retro di un documento del 1801, rinvenuto nei protocolli del notaio Pietro De Medis, presso l’A.S.T., si leggono i seguenti soprannomi riferiti a persone di Dermulo: Bepo, Franzelin, Ferara, Tomelin, Murar, Rizzo, Supazo e Pignat.
Altri soprannomi si rinvengono in documenti del XIV° e XV° secolo: Barbacou, Duca o Duce, Foza, e Tanzo.
Nell’elenco dei soci fondatori del Consorzio di irrigazione di Dermulo troviamo i due omonimi Daniele Inama fu Giovanni, differenziati dai soprannomi Foga e Zanet.
Nel registro dei morti nell’A.P.T., all’anno 1775 si legge: Vidua Massenza alias dicta Tomellina. Un caso particolare: nell’Ottocento a Dermulo esistevano due Inama Giuseppe detti entrambi Rodar, e nati nel 1821: più tardi uno dei due sarà chiamato Bomba.
Si riporta ora l’elenco dei soprannomi divisi per famiglia, comprendente anche quelli dimenticati, estinti o non più utilizzati.[3]
Il soprannome si trova nel 1662, ma non si sa a quale rappresentante della famiglia Cordini era riferito.
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Riferito a Antonio figlio di Nicolò Cordini che
abitava a Tassullo. Jos era il cognome di suo suocero che appunto si
chiamava Antonio Jos. |
Il significato è sconosciuto, forse riferito ancora al capostipite Vittore, sicuramente al figlio Lorenzo. Ipoteticamente potrebbe essere stato il soprannome della moglie di Lorenzo, Marianna Giovannini da Flavon.
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Dal nome del padre
Domenico erano così chiamate
Dorotea e
Angelina. |
Dal nome Andrea, figlio di Lorenzo n.1830, furono così chiamati i suoi discendenti. (anche Anderli)
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Dall’attività di macellaio svolta dal capostipite Lorenzo, vennero così denominati i discendenti, anche se al giorno d’oggi, questo soprannome è andato in disuso.
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Dal nome Enrico, figlio di Lorenzo n.1830, erano così detti i suoi discendenti.
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Soprannome personale di Luigi figlio di Filippo.
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Dall’attività di calzolaio di
Giovanni (1741-1803),
sono così denominate tutte le famiglie Emer di Dermulo già alla metà dello
Ottocento. |
Riferito presumibilmente solo a Giuseppe, deriva
infatti dal diminutivo di Josef. |
Il soprannome, deriva forse da baga, cioè otre, e fu affibbiato a Giovanni figlio di Silvestro. Nel registro dei matrimoni all’anno 1770 si legge che un certo Giobatta Domenico Lucchin della Pieve di Denno, sposa Elisabetta figlia del fu Simone Bagoz di Tres. Nel 1794 nello stesso libro troviamo che Orsola Bagozzi figlia di Giobatta Lucchin di Denno, abitante a Tres sposa Giovanni Endrizzi di Silvestro di Dermulo. Si trova documentato riferito a Giovanni nel 1856.
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Soprannome di una famiglia che originariamente era Pignata, estinta con Giovanni all’inizio di questo secolo.
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Si trova anche nei registri parrocchiali, e deriva chiaramente da barba.
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Così anche chiamati, i discendenti di Romedio Pignat che per breve periodo abitò a Milano. Da Dermulo sono poi emigrati in Austria ed in Nord America.
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Soprannome personale di Giovanni già Pignat che si ritrova nel 1890, poi sarà detto Bambin all’inizio del secolo scorso. Forse deriva dal saluto tedesco Guten Morgen.
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Pignata o Pignat è il nome di un recipiente; potrebbe essere stato il soprannome unico di tutte le famiglie Endrizzi di Dermulo. La prima volta, si trova affibbiato a Giacomo nato nel 1732.
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Da Romana loro nonna materna, erano così chiamati i figli di Giuseppe.
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Soprannome appartenuto inizialmente alla discendenza di Silvestro Inama e poi passato ai discendenti di Germano Endrizzi, tramite il matrimonio contratto da quest’ultimo con Rachele Zìtola.
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Soprannome dato ad una ramificazione dei Fógi, derivante dal nome Giovanni Battista, susseguitosi per quattro generazioni di padre in figlio. Fu affibbiato, anche per un certo tempo, a Camillo Inama Sèp che prese in moglie una figlia dell’ultimo Gio.Batta.
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Altro soprannome di Gio.Batta Inama (+1859) derivante dal nome della madre Elisabetta.
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Affibbiato per la prima volta a Giuseppe Rodar, per distinguerlo da un altro Giuseppe, sempre con lo stesso soprannome. Bomba sta per spacconata.
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Dall’attività di fabbricante di botti di Giacom’Antonio una volta Rodar.
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Dal nome Camillo furono così chiamati i suoi discendenti.
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Riferito a Luigi fu Giovanni Rodar, per la sua professione di accorcia capelli.
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DALL'OIO |
Riferito a
Giovanni Inama nel
1788. Probabilmente aveva a che fare con l'obbligo di contribuzione in
olio, che Giovanni doveva fare nei confronti della
Primissaria. Ma è anche possibile si
riferisse alla sua attività, probabilmente espletata anche dal padre
Giovanni Battista, documentata nel 1777 e cioè la spremitura di semi
oleosi effettuata con il "torchio dall'olio". |
Deriva chiaramente dal nome proprio Filippo riferito ai discendenti di una famiglia Inama di Fondo. La natura di soprannome non è comuque del tutto chiara in quanto legge Christofll Inama“gennant Phillip” cioè “detto Filippo” che quindi era il soprannome di Cristoforo. Quindi Matteo e Cristoforo seguiti da “Filippi” sono da intendersi “detto Filip”. Altra testimonianza del 1574 dove lo stesso Floriano è apostrofato “Filip” .
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Significato incerto, deriva forse da foga=fretta, o da foza che era una parte del cappuccio. Nella forma Foza il soprannome si trova fin dal 1350. A Tres, da dove sembra provenisse il primo Inama, nel 1504 viveva un Bartolomeo detto Foza (il soprannome poi divenne cognome). Il soprannome appare in tempi recenti in un documento del 1794.
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Deriva da guslina che era un ago adoperato dai tessitori. Affibbiato a Pietro Rodar dopo il suo matrimonio con Teresa Mendini; Gusla era il soprannome della famiglia di Teresa.
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Era il soprannome di Emanuele Inama (el Mani Marianel). Dal nome di sua madre Marianna.
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Dal nome proprio Marino, ricorrente per varie generazioni, era così chiamata una ramificazione, oggi estinta, della linea di Gaspare. La casa vecchia di Alberto Zanon, nel ‘700 era detta ai Marini.
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OTTAVIO (DELL') |
Soprannome dato a Giacomo, Giuseppe e Giovanni Battista figli di Giacomo Inama e nipoti di Ottavio Inama. In diversi documenti i tre sopraccitati fratelli comparivano erroneamente come "fu Ottavio", anzichè "fu Giacomo", per cui ho dedotto che erano conosciuti con l'appellativo "dell'Ottavio", loro nonno. I discendenti di Giuseppe in seguito saranno soprannominati Sèpi.
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Soprannome personale di Pietro fu Giovanni Inama di Taio in precedenza detto Rodar.
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Soprannome di Antonio (n. ca. 1720 +ca. 1794) figlio di Giobatta e Dorotea Tomazzoli.
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Dall’attività di fabbricante di ruote o di carri di Giovanni Giacomo (1750). Oggi, è usato per i discendenti degli Inama spostatisi a Taio nel 1810, mentre a Dermulo è stato soppiantato da altri soprannomi.
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Soprannome, riferito a Silvestro Inama, figlio di Gaspare, che riprendeva il cognome della madre Domenica Salà di Nanno.
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Deriva da Giuseppe n.1735 ed è utilizzato a partire con Giacomo all’inizio dell’Ottocento.
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Deriva dalla forma dialettale del nome Cristoforo e al plurale Toffoli o Toffoi era riferito ai figli di Cristoforo Inama di Fondo, possidenti a Dermulo.
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Deriva dalla forma dialettale del nome Bartolomeo: Tomèla, di cui Tomelin era il diminutivo. Riferito in origine a Bartolomeo Inama, poi passato alla famiglia di Giuseppe Massenza che ne aveva sposato una figlia.
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Dal nome del capostipite Valentino n.1788, il cui ceppo si è estinto negli anni Quaranta di questo secolo.
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Soprannome riferito ad
Arcangelo Inama figlio di
Giacomo. |
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Deriva da Giovanni fratello di Giuseppe Bomba. Oggi il soprannome vive nelle figlie di Lino, ultimo discendente maschile.
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Deriva da zitole, cioè quello che rimane dal grasso di maiale fuso. Il soprannome è usato a partire con Silvestro n.1778 e si è estinto, per quanto riguarda le famiglie Inama, con Primo. E’ poi passato ai discendenti di Germano Endrizzi, tramite il matrimonio contratto da quest’ultimo con Rachele Zìtola.
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Da Fabiano, capostipite di una famiglia Massenza.
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Deriva dalla forma dialettale del nome Bartolomeo: Tomèla, di cui Tomelin era il diminutivo. Soprannome originariamente riferito a Bartolomeo Inama, poi passato alla figlia Caterina, seconda moglie di Giuseppe Massenza. Quindi affibbiato al figlio Antonio ed infine alle sue due figlie Anna e Domenica, dette appunto Tomeline.
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DAI RAUTI |
Soprannome riferito
a Giovanni Massenza masadore al
Maso Rauti, nella
seconda metà del '800. |
BORTOLIN |
Soprannome riferito a
Bartolomeo figlio di
Bartolomeo Mendini nel 1786. |
Da guslina, ovverosia l’ago usato dai tessitori, deriva questo soprannome della famiglia di Romedio figlio di Giuseppe Mendini. Il soprannome potrebbe essere stato affibbiato per la prima volta proprio a Giuseppe che era tessitore. Alla metà dell’Ottocento il soprannome passa per mezzo di un matrimonio ad una famiglia Inama e precisamente a Pietro figlio di Baldassare che con i suoi discendenti lo manterrà vivo fino ai giorni nostri.
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MÀNDOLA |
Soprannome riferito a Maria Sborz
vedova di Antonio Mendini. Non è
dato a sapere se il soprannome era anche riferito al marito. |
MASADÓRI |
Soprannome deriva dalla mansione
svolta dai fratelli Giuseppe
e Pietro fu
Francesco Mendini agli inizi
dell'Ottocento al Maso
Voltoline. Poi i Mendini si trasferirono a Taio e a Sanzenone. |
Soprannome di significato sconosciuto, estinto con la morte di Angelo nel 1962 e riferito già al nonno Romedio.
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Riferito personalmente ad Angelo.
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SPEZZAMONTE |
Soprannome riferito
Giovanni fu Bortolo Mendini
in un documento del 1826. Lo spezzamonte era la professione di chi
cavava la pietra con l'uso di picconi. Pietra poi rifinita dagli
scalpellini. |
SÉCIA |
Soprannome riferito a
Emilia sorella di
Angelo |
TENCIUS (TANZO) |
E' il soprannome più antico dei
Mendini e lo troviamo affibbiato per la prima volta nel 1377 a Nicolò fu
Nascimbene nella forma "Tencius". Qualche anno dopo in due documenti del
1380 e 1381 appariva Odorico detto "Tanzo" figlio del fu Nascimbene.
Risulta quindi evidente che se i due fratelli Odorico e Nicolò portavano
lo stesso soprannome, doveva per forza essere già riferito al padre
Nascimbene, ma forse anche al nonno Raimondino. Oltre alle tre
occorrenze citate del 1377, 1380 e del 1381 ce ne è pervenuta un'altra
del 1452 riferita a Gregorio nipote di Odorico in questa occasione nella
forma "Tencius". Etimologicamente potrebbe
derivare dal termine medioevale "Tenzarius" vale a dire tintore in
particolare di stoffe. Questa era forse la professione della famiglia di Nascimbene.
A conforto di tale ipotesi
a pag. 12 di "Cognomi e toponimi di Lombardia" di Ottavio Lurati,
si legge che il nome Tencius deriva dal dialettale milanese tenc
(latino tinctus). Si trova una citazione del nome Tencius anche in
"Nuovi studi di antroponomia fiorentina. I nomi meno frequenti del Libro
di Montaperti" dove si afferma che "(tencius) era un soprannome derivato
da tencione (questione, tenzone)".
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ZÉSER |
Soprannome che si trova riferito a
Giuseppe Mendini figlio di
Giacomo Antonio abitante a Taio. Non è dato a sapere se il cognome era
già utilizzato dai progenitori a Dermulo. |
oppure ZANMARII |
Da Giovanni Maria capostipite di una famiglia Tamè.
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Soprannome dato a Dionigi ed Emanuele una volta dei Giovannimarii. Torlo, in dialetto, sta a indicare anche il tornio, ma nel nostro caso, ritengo che derivi dal nome Vittore. (Tore, Torlin, Torli).
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Dal nome Vittore, ricorrente per varie generazioni di questa famiglia.
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Soprannome di Vittore padre di
Emanuele e
Dionigi,
forse perché piccolo di statura. |
SOPRANNOMI DI CUI NON E' STATO POSSIBILE INDIVIDUARE IL PORTATORE |
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BEPO |
Chiaramente riferito a un Giuseppe.
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BERTUS |
Forse era un soprannome oggi vivente in due località di Dermulo: el Bertus e le Bertuse. In passato era un cognome di Coredo, oggi vivo come soprannome di una famiglia Zendron, che chiaramente avrà in uno stipite qualche persona di cognome Bertus. Coincidente anche nella pronuncia Bertùs.
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FERARA |
Non credo avesse a che vedere con la professione di fabbro, ma forse riferito ad una persona che aveva vissuto temporaneamente a Ferrara.
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FRANZELIN |
Chiaramente riferito a un Francesco.
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MAFUOLA |
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MAZZOLA |
Forse era un soprannome che aveva attinenza con Mafuola.
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MURAR |
Chiaramente riferito alla professione di muratore di questa persona.
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POCH |
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RIZZO |
Riferito ai capelli ricci.
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SUPAZO |
Inclassificabile.
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[1] Si pensi a quanti Giovanni, Giacomo, Pietro, Antonio, ecc. spesso con lo stesso cognome esistevano contemporaneamente.
[2] Esistevano addirittura i muduli dove era contemplata la voce “soprannome”.
[3] A seconda dei casi potevano essere utilizzati al singolare, al plurale, maschile o femminile; ad esempio: Guslot, Gusloti, Guslota, Guslote.